Sulla scia di questo concetto, si lascia affascinare dalla rappresentazione di sospensione e galleggiamento nello spazio usata nell’arte giapponese, ma propone una nuova e differente elaborazione del concetto.
Fearless vuole mostrare senza timore l’attenzione con cui Chiara esamina le persone, trascendendo la consuetudine. L’artista crea delle immagini morbose e pregnanti che restituiscono il soggetto in una nuova forma e catturano l’osservatore al punto di diventare ossessive, o addirittura spaventose.
Non è importante conoscere il soggetto ritratto poiché non si tratta di un archivio fotografico, ma della creazione di nuove immagini indipendenti che -citando l’artista- “partono dalla testa e vengono realizzate dalla mano”.
Chiara è attratta da artisti eclettici come David Lynch e Domenico Gnoli, i quali non appartengono a un’unica categoria ma canalizzano conoscenze appartenenti ad ambiti differenti. Allo stesso modo, utilizzando tecniche fotografiche, digitali, cinematografiche e conoscenze umanistiche, l’artista fa confluire differenti tecniche insieme.
Le sue opere sono installate a parete in modo da dare l’impressione di fluttuare nello spazio e creano di conseguenza un’atmosfera perturbante che avvolge lo spettatore nella sua totalità, trasportandolo in un luogo mutevole dove il tempo scorre più lento.
A cura di Cristina Meli