Lello Muzio

Lello Muzio

Lello Muzio, fotografo particolarmente orientato verso i nuovi linguaggi visivi, appassionato d’arte e comunicazione visiva, unisce studi da autodidatta, collaborazioni ed esperienze sul campo.

Frequenta diversi corsi di tecnica fotografica, tra cui ritratto, still life, street photography, reportage, fotografia analogica e stampa antica. Tecnica e ricerca personale sono in continua e costante evoluzione, gli scatti esplorano spazi vuoti, scene di vita quotidiana, persone, eventi, storie. Semplicità, ricerca estetica ed originalità emergono dalla visione personale diventando momento di riflessione con ciò che lo circonda.Hanno contribuito alla propria crescita personale corsi con Sandro Iovine, Augusto Pieroni,  esperti in comunicazione visiva e fotografia concettuale, fotografia autoriale presso scuola Csf Adams Roma. Per circa quattro anni è stato coorganizzatore del laboratorio Periferie viaggianti. E’ ideatore e curatore dei laboratori “La luce interiore” – “On the road” – “Inscape” – “Diventare oceano” – “Rovesciare gli occhi”. Attualmente lavora tra Campobasso e Roma.

www.lellomuzio.it

Sospesa, 2019

SOSPESA

La straordinaria inquietudine dell’hic et nunc.

Quando il futuro non agisce più da soggetto collettivo, o come visione condivisa, la realtà si contrae nello spazio mentale della vita individuale. Nel paradosso di un senso prospettico ridotto in cui tuttavia lo sguardo si fa più incerto, nasce l’atto poetico del gesto creativo: un’ostinazione alla bellezza in grado di trasformare l’elisione del futuro in un presente dilatato, insinuandosi nel tempo sospeso di un’oscura attesa. Entra quindi in scena l’angoscia, la mancata connessione tra dentro e fuori. Come contrappunto all’inquietudine di una donna ritratta di spalle, il fuoco si riversa sui colori vividi di un contesto saturo, e mentre un fascio di luce invade un volto femminile sorpreso a guadare oltre, l’Oltre assume la forma di fiori variopinti colti nel contesto funebre di un lumino cimiteriale, e precipita su ciascuno come mano arresa, che tuttavia rivela un’ostinata creatività, impressa sul corpo o su un oggetto, e che procede al di là delle ombre quando segnano percorsi appena visibili. Si scorge, infine, nella fragile estremità di una pianta, l’intenzione di un’evidente speranza, la vitalità di una linfa che si insinua nella consistenza delle cose, a dispetto della loro fissità.

Testo a cura di Aurora Eliseo

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