GUEST PROJECT

The Karman Series
Geografie del presente di Letizia Scarpello
“Paratissima KOSMOS è un sistema in equilibrio, animato da idee e traiettorie condivise. Un movimento collettivo che unisce il micro e il macro, il personale e l’universale.”
Il progetto “Geografie del Presente” di Letizia Scarpello per Paratissima KOSMOS si propone come un “sistema in equilibrio”, ma è un equilibrio consapevolmente instabile, attraversato da tensioni che riflettono la complessità del presente — tra il micro e il macro, il personale e l’universale, l’intimo e il politico.
Sulla facciata del Palazzo Comunale di Moncalieri, Circolare si impone come una presenza enigmatica e magnetica: un corpo nero, sospeso, che sembra aver colpito l’edificio come un meteorite. L’impatto visivo è forte, quasi aggressivo, ma dietro quella violenza apparente si nasconde un desiderio di riconciliazione. La sfera, archetipo di perfezione e completezza, assume oggi un significato nuovo: non più simbolo di ordine cosmico, ma di un’unità ferita, da ricostruire. Il suo colore nero, denso e assorbente, allude a un’epoca in cui la luce – metafora di vitalità e conoscenza – sembra oscurata dall’eccesso di consumo, dalla distruzione ambientale e dalla disuguaglianza crescente. Circolare diventa così un segno di resistenza poetica: un richiamo a ritrovare, nel caos del presente, un punto di equilibrio interiore.
Nel richiamo junghiano al “Sé”, l’opera invita a una riappropriazione della propria interiorità, come gesto politico e spirituale insieme: conoscere sé stessi per non essere travolti dall’entropia del mondo.
In dialogo con questa forza centripeta, The Karman Series, all’interno della manifestazione, si espande invece verso l’alto, evocando il limite simbolico che separa la Terra dallo spazio cosmico. Le grandi sculture in tessuto nero, tese su strutture metalliche, sembrano incarnare la tensione tra materia e spirito, peso e leggerezza, finito e infinito.
Il riferimento alla Linea di Karman – confine invisibile che delimita lo spazio extra-atmosferico, inteso come bene comune dell’umanità – introduce una riflessione etica di sorprendente attualità. In un’epoca in cui lo spazio stesso è divenuto oggetto di conquista economica e geopolitica, l’opera ci ricorda l’esistenza di un patto di pace e di dignità universale, spesso dimenticato. La lycra nera, con le sue torsioni e nervature, materializza la tensione di un’umanità sospesa tra aspirazione e caduta: un corpo che tenta di elevarsi, ma che porta su di sé le tracce della fatica, della crisi, della resistenza. Le pieghe del tessuto evocano la fragilità del presente, la bellezza precaria di ciò che è in continuo divenire.
In Paratissima KOSMOS, il dialogo fra Circolare e The Karman Series delinea una geografia simbolica del nostro tempo: da un lato la gravità del reale, dall’altro il desiderio di trascendenza. L’una riflette l’oscurità della condizione umana contemporanea, l’altra suggerisce la possibilità di un nuovo orizzonte, più consapevole e collettivo. In questo intreccio di forze, l’arte si fa atto di resistenza e di cura: non promessa di salvezza, ma esercizio di coscienza, gesto che restituisce senso e respiro in un mondo che ha smarrito l’armonia del cosmo.
Letizia Scarpello (Pescara, 1989) vive e lavora in Abruzzo. Ha studiato Fashion Design a Londra e Set Design, indirizzo Costume per lo Spettacolo, all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano.
Attingendo dal teatro e dalle arti performative, i lavori di Letizia Scarpello sono costruiti ragionando sulle idee di movimento e relazione fra polarità (pubblico-opera, opera-spazio, spazio-pubblico, pubblico-artista, artista-opera), dirottando spesso lo sguardo verso territori poco esplorati. Le opere inscrivono ragionamenti spazio-temporali di segni tridimensionali a volte in serie, spesso politicamente orientati. Il suo linguaggio multiforme, mantiene comunque un fondo pittorico grazie alla tecnica manuale che, dalla tappezzeria storica di famiglia e la tessitura eredita la sua nobiltà.
Letizia Scarpello ha esposto in diverse gallerie e spazi più e meno istituzionali come A Pick Gallery a Torino, galleria con la quale collabora da circa due anni e la NARS Foundation di Brooklyn a New York, e lavora per l’organizzazione culturale Pollinaria, di cui è Art Program Manager da quest’ultimo anno.