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Agonia dell’identità

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L’artista concorda con quanti ritengono che, sul tema della libertà, Aristotele ha detto tutto l’essenziale. Nell’opera De Interpretatione al passo 19a (9-10) si legge: “Ed infatti vediamo che le cose future prendono principio dalle deliberazioni e dalle azioni e che, generalmente, nelle cose […] c’è una duplice possibilità anche di divenire e di non divenire.”

Alla luce di queste riflessioni l’artista porta a riflettere su un significato di volontà, non come potenza che agisce in sintesi agli scopi indicati dalla coscienza, ma come fede che interpreta il contenuto presente come disponibile alla sua trasformazione in un altro contenuto che adesso noi consideriamo come il contenuto futuro. Guido Mitidieri esprime questo significato originario con il segno visivo e concettuale della linea, con cui rappresenta la persuasione della volontà di incidere su ciò che è. Così l’uomo si muove tra illusioni e ombre, dimentico del principium firmissimum, che “l’essere è e non può non essere”.

L'artista

Sono Guido Mitidieri, in arte GUMI. Sono nato a Firenze, Italia, il 14 gennaio 1990, poche settimane dopo la caduta del muro di Berlino. Sono cresciuto in una famiglia benestante e ho trascorso la mia giovinezza nel paesaggio collinare toscano. I primi anni novanta furono un momento prolifico per la famiglia, pieni di entusiasmo e di fede visibile, ma dietro a giornate lavorative piene e ottimismo per il futuro, il contesto generale era immerso in un’angoscia profonda, mal celato da rapporti formali e sorrisi di circostanza: il sentimento che da un momento all’altro potesse accadere l’inaspettato. Il primo ricordo che ho di un mio disegno è quello di una battaglia: un castello era sotto attacco e sulle mura guerrieri combattevano. Chi stava “combattendo” e per quale “ragione”? Questa sensibilità nell’identificare le linee di forza, la logica profonda e le grandi correnti dietro le azioni umane mi ha appassionato. Posso affermare che nei successivi venti anni della mia vita non ho fatto altro che perfezionare la comprensione di questo aspetto. Dapprima all’Università di Architettura di Firenze, dove mi sono laureato nel 2015. Di seguito in Finlandia, selezionato per partecipare ad un Master di alta formazione presso la Aalto University, school of arts, design and architecture. Nel 2020 ho affrontato la riflessione sistematica attorno al significato che viene attribuito al morire nell’ambito del Master in Death Studies and the end of life presso l’Università di Padova. È una tale urgenza da diventare una forma d’arte.

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