GENESI
A partire dalle riflessioni di Susan Sontag, il progetto mira a riflettere sul concetto di fotografia come gesto di potere e controllo sul mondo che si vuole catturare e del mondo altro che si crea a seguito del ‘click’.
L’opera mette in scena la creazione per eccellenza, quella descritta nella Genesi. Il potere creativo della parola divina che chiama all’esistenza quello che dice viene giuastapposto al potere creativo dello scatto e alla piena e immediata realizzazione della Polaroid: «Dio disse: “”Sia la luce!””. E la luce fu.»[1] Bianco e nero, luce e tenebre. L’opera genera due mondi, quello esterno, il mondo fuori dal fotografo, e il mondo interno-intimo del fotografo, domestico. Sei giorni in dodici scatti per racchiudere la creazione di un altro universo.
[1] Gen 1:3.”