Persone che lasciano la propria terra e le proprie radici, per volontà o per necessità, andandosene lontano da casa. Ma anche persone che scappano da situazioni drammatiche, o che se ne sono andate pur stando ferme, questa volta senza possibilità di tornare.
Spesso, nonostante la distanza possa sembrare abissale, vi è però una cosa che le lega e non le lascia sfuggire nell’ignoto: il ricordo. Ricordo di quella terra e di quelle persone lasciate alle spalle. Ma soprattutto, ricordo di chi aspetta, e ne attende il ritorno. O semplicemente, di chi quel ricordo lo custodisce come quanto di più caro.
Ed è proprio in quelle persone che restano, nelle loro voci, che riecheggia la domanda “Dove sei?”. Un quesito destinato a non ricevere risposta, perso nel nulla e trascinato lontano dal vento come foglie in autunno. Lo stesso vento che spinge sempre più in là gli aquiloni, facendoli volare via, e che sembra volerli portare con sé, sino a smarrirli nel cielo.
Persone che guardano con nostalgia una terra lontana alla quale sperano di fare ritorno, o degli affetti da troppo tempo negati e sopiti. Sebbene quegli aquiloni possano svanire nel blu profondo del cielo ed allontanarsi dalla nostra vita, non saranno mai persi, e noi con loro, perché finché ne avremo memoria, il sottile filo del ricordo li terrà legati al nostro cuore.