LEISURELAND
Leisureland, «terra del tempo libero», è una storia di finzione. Su una collina innevata fuori dal tempo, i personaggi di Leisureland sono obbligati a passare il proprio tempo su una pista da bob. In una condizione di eterna attesa, essi vanno su e giù dalla collina, alternando movimento e staticità, leggerezza e contemplazione, discesa e tensione verso l’alto. Sebbene facciano parte di un paesaggio idilliaco, di assoluta libertà, gli abitanti si ritrovano in una condizione di limite, di prigionia: condannati al tempo libero, vivono in un posto di mezzo tra terra e cielo, impossibilitati a raggiungere la valle o la cima. Il lavoro stesso richiama l’idea di limite e di confine labile. Fotografia e pittura, realtà e finzione, visibile e invisibile giocano, infatti, con i confini dell’infrasottile, di ciò «che sta all’estremo della percezione, del discernibile […], ma senza essere né invisibile, né indiscernibile, né il trascendente, ma invece una presenza al limite» (Grazioli, 2018).