
Del colore della lavanda
Visioni liminari
A CURA DI MARGHERITA CASELLI

Ogni comunità, in ogni tempo, ha generato figure liminari, incaricate di abitare la soglia tra il visibile e l’invisibile. Persone che si muovono ai margini, portatrici di un sapere non ufficiale, capaci di percepire ciò che resta nascosto allo sguardo comune.
Tra queste figure si collocano le masche, personaggi femminili della tradizione popolare piemontese e alpina. Erano donne anziane, dotate di poteri metamorfici, che si diceva si aggirassero nei villaggi, di notte, sotto forma di animali per compiere dispetti e malefatte. Bastava poco per essere sospettate: saper leggere, curare con le erbe, assistere a un parto. Chi veniva additata come masca era temuta e, proprio per questo, spesso vessata. Una testimonianza raccolta da Nuto Revelli ne Il mondo dei vinti (1977) racconta: “Una mia zia, magna Pina, era una masca. La picchiavano, era sempre livida, del colore della lavanda”.
Essere masca però, rappresentava anche una forma di emancipazione: il sapere, i poteri e la libertà di agire le collocavano in una posizione diversa dall’ordine comune, e per questo privilegiata. Allo stesso modo, anche gli artisti occupano uno spazio eccentrico: si muovono ai margini, liberi di osservare e agire oltre lo sguardo dominante. Portano alla luce ciò che resta celato, interpretando l’invisibile. Del colore della lavanda riflette sul ruolo dell’artista nella società contemporanea e sulla responsabilità, oggi, di dare voce a ciò che è rimosso, nascosto o dimenticato.
Masche e artisti non coincidono, ma condividono un’attitudine: essere soglie, corpi che mediano tra il tangibile e l’intangibile. Così come le masche, oggi gli artisti sono figure necessarie e trasversali, radicate in ogni comunità, in grado di fare da cassa di risonanza per le questioni urgenti di ogni tempo. Attraverso l’opera d’arte, hanno il potere di creare uno spazio in cui realtà e immaginazione si incontrano, si contaminano e si trasformano.
ARTIST* SELEZIONAT* - SOON

Margherita Caselli - La curatrice:
Margherita Caselli è curatrice e mediatrice museale. Laureata in Storia delle Arti con indirizzo contemporaneo a Venezia, ha intrapreso il proprio percorso come curatrice a Torino, in seguito a un corso di perfezionamento in pratiche curatoriali. Ha arricchito la sua formazione lavorando come assistente di galleria presso la DSC Gallery di Praga e, dal 2022, collabora come contributor per exibart, occupandosi di reportage e recensioni di eventi internazionali. Attualmente lavora come mediatrice artistica presso alcune istituzioni museali torinesi, tra cui la Pinacoteca Agnelli, CAMERA, e la GAM di Torino. Ha curato mostre personali e collettive in spazi indipendenti e gallerie torinesi, tra cui Febo e Dafne, Antro e Ottofinestre.