
Del colore della lavanda
Visioni liminari
A CURA DI MARGHERITA CASELLI

Ogni comunità, in ogni tempo, ha generato figure liminari, incaricate di abitare la soglia tra il visibile e l’invisibile. Persone che si muovono ai margini, portatrici di un sapere non ufficiale e capaci di percepire ciò che resta nascosto allo sguardo comune. In questa dimensione si collocano anche gli artisti, che attraverso l’opera d’arte creano uno spazio in cui realtà e immaginazione si incontrano, si contaminano e si trasformano. L’artista ha il potere di sondare le questioni più profonde e spinose del presente, agendo da cassa di risonanza.
Del colore della lavanda riflette sul ruolo necessario dell’artista nella società contemporanea e sulla responsabilità, oggi, di dare voce a ciò che è rimosso o nascosto. Così come un tempo certe figure liminari agivano da soglia tra il mondo terreno e quello soprannaturale, anche gli artisti sono chiamati a mediare tra il tangibile e l’intangibile.
Tra le figure che hanno incarnato questa vocazione ci sono le masche, personaggi femminili della tradizione popolare piemontese e alpina. Erano donne anziane, dotate di poteri metamorfici, che si diceva si aggirassero nei villaggi, di notte, sotto forma di animali, per compiere dispetti e malefatte. Chi era additata come masca incuteva timore e, proprio per questo, subiva spesso vessazioni. Una testimonianza raccolta da Nuto Revelli ne Il mondo dei vinti (1977) racconta: “Una mia zia, magna Pina, era una masca. La picchiavano, era sempre livida, del colore della lavanda”. Essere masca però rappresentava anche una forma di emancipazione: il sapere occulto, i poteri e la libertà di agire le collocavano in una posizione diversa dall’ordine comune, e per questo privilegiata. Masche e artisti non coincidono, ma condividono un’attitudine: sono figure di confine, capaci di abitare lo spazio del possibile e dell’invisibile.
ARTIST* IN MOSTRA:
Alice Andreoli | Agnese Asteggiano | MARCO BALBI DIPALMA | Graziella Buccini | Bizia Cesarano | Marina Comerio | Crix Lune | El | Ellis | Riccardo Fissore | Lukina Anna | Elena Mulassano | Marianna Pagliero | Serena Pognante | Leonardo Ravecca | Gianni Segreto | Silto | Tiberio Massimo | Marcello Torrero | Ewa Walkowska | Ksenia Yarosh

Margherita Caselli - La curatrice:
Margherita Caselli è curatrice e mediatrice museale. Laureata in Storia delle Arti con indirizzo contemporaneo a Venezia, ha intrapreso il proprio percorso come curatrice a Torino, in seguito a un corso di perfezionamento in pratiche curatoriali. Ha arricchito la sua formazione lavorando come assistente di galleria presso la DSC Gallery di Praga e, dal 2022, collabora come contributor per exibart, occupandosi di reportage e recensioni di eventi internazionali. Attualmente lavora come mediatrice artistica presso alcune istituzioni museali torinesi, tra cui la Pinacoteca Agnelli, CAMERA, e la GAM di Torino. Ha curato mostre personali e collettive in spazi indipendenti e gallerie torinesi, tra cui Febo e Dafne, Antro e Ottofinestre.