Calderone analizza le difficoltà connesse all’interazione tra il sé e l’altro attraverso il metaforico e dialettico rapporto tra l’apertura e la chiusura, i pieni e i vuoti di alcuni spazi abbandonati ricercando così un parallelismo con la psicologia e l’emotività umana. Un tunnel nero, finestre aperte o sbarrate, sedie, scritte sulle pareti e edere che si insinuano nella scena sono solo alcuni dei contenuti presenti nell’immagine fotografica. Gli oggetti immortalati vengono decontestualizzati in modo da rappresentare come gli individui si sentano spesso incompresi, in uno stato di disagio e fuori posto. I muri visibilmente rovinati che si sgretolano e i frammenti materici depositati sul pavimento mettono in evidenza la fragilità come condizione intrinseca dell’animo umano. Quello che ci vuole far percorrere Calderone è un itinerario difficile, intimo e personale che ognuno compie in maniera diversa e secondo il proprio passo, alla ricerca di una via d’uscita o di una zona di comfort.
La scelta di utilizzare il b/n, è un modo per enfatizzare le luci e le ombre, le speranze e le rassegnazioni, il bene e il male, l’inizio e la fine presente nelle storie raccontate.
Testo a cura di Margaret Sgarra.