“Il silenzio iniziava ad avvolgermi e il mistero di non sapere dove fossi esattamente mi spingeva ad avanzare. Ad accompagnarmi nel sentiero, una natura rigogliosa, foglie dai colori accesi e rami che invadevano il tracciato. Resti di case, cumuli di cemento, ammassi di ferro abbandonati, tenuti insieme da un soffio di calce, divorati da quella forza ribelle che lotta per riappropriarsi del suo spazio.
Una cicatrice urbana sulla pelle della nostra Terra. Rimasi attonita.
Mi voltai per ammirare lo spettacolo di decadenza che si mostrava davanti ai miei occhi: il mio sguardo voleva portare luce su ciò che era stato rimosso e poi dimenticato dallo scorrere del tempo. Un’indagine fotografica spinta a riportare in vita ciò che sembrava sepolto.
Questo è stato il mio sguardo atipico in quelle terre lontane e vicine, fulcro di vagabondaggi dettati dal fascino di quei sentieri che apparivano come ferite nella terra, mentre una natura maestosa e resiliente donava loro una nuova identità e poesia.
Ho seguito le tracce del passaggio dell’uomo e mi sono persa tra spazi urbani e selvaggi seguendo le orme di un passato di cui solo ho sfiorato le rovine. Mi sono affacciata dalle finestre di questo mondo per testimoniare le fasi della sua trasformazione.”