Sara Gentilini

Sara Gentilini

Sara Gentilini frequenta un master di Fotografia di Moda alla John Kaverdash School di Milano.

Utilizzando soprattutto la tecnica del collage,  crea realtà oniriche, realizzando immagini dal sapore surreale e dall’estetica pastello che pongono al centro la figura umana e la connessione che vi è tra essa e la natura.

Accostando alla fotografia differenti media, Sara conferisce al proprio lavoro maggiore ecletticità e completezza.

Le sue fotografie sono state esposte a Torino, Milano, Roma e Catania.

Still Liquid

Still liquid #3, 2022

Pubblicità, prodotti, messaggi e input di ogni sorta saturano continuamente il quotidiano, rendendo l’individuo, più o meno consapevole, dipendente dal trend. Tuttavia ogni trend è passeggero e ogni cosa è destinata a divenire ben presto rifiuto, scarto. Still Liquid è una critica alla consistenza della società contemporanea. Opinioni, desideri, oggetti… Tutto diventa obsoleto troppo velocemente, incluso l’essere umano. Il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman parlava di “Modernità liquida”, concetto che negli anni ha approfondito sempre di più. Si tratta di una condizione in cui tutto è possibile, ma niente è certo. La modernità è “in divenire” e “l’unica sua costante è il cambiamento e l’unica certezza l’incertezza”. Il futuro appare, dunque, ignoto.

L’impossibilità di sapere ciò che accadrà determina uno stato di paura diffusa, una condizione paralizzante, a cui l’individuo tenta di porre rimedio mediante la ricerca di punti fermi ma, non trovandone, vede tutte le sue certezze dissolversi in una sorta di liquidità. Emerge così un individualismo sfrenato poiché le uniche soluzioni sembrano essere l’apparire a tutti i costi e il consumismo. Un consumismo che nasce dal bisogno, ma che è ben presto sostituito dal desiderio che, a sua volta, sfocia inesorabilmente nel capriccio, una forza ancora più volatile e fluida, rendendo l’oggetto immediatamente obsoleto. “Still Liquid”, con le sue inconsistenti ed effimere “nuvole” fluide, avvolge oggetti e “personali opinioni”, in un abbraccio colorato che, dietro la propria scenicità, cela invece una sorta di inebriante soffocamento, fino a rendere sfuggente e privo di consistenza lo stesso oggetto, il quale resta coerente con la passeggera e fugace condizione che gli è propria nella società contemporanea.

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Riccardo Fasana

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