Nell’immaginario dell’artista questa figura viene restituita in una nuova forma giocosa, decontestualizzata rispetto all’originaria festività religiosa e rielaborata attraverso la creazione di due sculture meccaniche che riprendono l’aspetto della capra da lei conosciuto durante il loro primo incontro in un contesto d’arte di strada a Trieste, la sua città natale.
Chiara Ressetta dà vita a due personaggi paradossali, inquietanti e divertenti allo stesso tempo. Lo scheletro del cranio con le corna della capra, dall’aspetto quasi demoniaco, viene mascherato con un lavoro a maglia colorato, mentre il corpo della scultura è adornato da una coperta dai toni caldi che rimanda a una sensazione casalinga e materna.
Dal ricordo emerge l’interesse per le fantasiose coperte che adornano il personaggio e l’artista trasforma questa fascinazione in un accurato studio dell’ornato, quella forma di decorazione che attinge ad elementi naturalistici tipica dei manufatti tessili.
I suoi quadri esprimono una sensazione di sacralità e quiete, accompagnano al centro della natura, laddove le piante nascono e crescono silenziose, senza sosta, simbolo della continua rinascita e quindi della vita.
A cura di Cristina Meli