M-73
Courtesy: Francesca Dondoglio e Galleria Umberto Benappi – Torino
Le opere di Francesca Dondoglio trattano il rapporto tra l’idea di dualità e il concetto di soglia, affacciandosi a quel territorio d’indagine che l’antropologo delle arti Alessandro Di Chiara definisce come «Estetica del Sacro», nella consapevolezza che gli interrogativi che suscita il sacro nella contemporaneità sono molteplici e vanno ben al di là delle dimensioni riferibili al religioso.
La soglia rappresenta un luogo paradossale che allo stesso tempo unisce e divide, uno iato che è al contempo baratro e appiglio per lo sguardo.
Come in campo aperto, luogo di lotta e risonanza, due regioni spaziali sono portate a lambire, in quell’incontro, un luogo di possibilità o zona oscura, chiamata Via di mezzo. A fare in modo che questa apertura si stagli è un gradino secco, netto, che chiede all’occhio di compiere un passaggio, che deve essere sempre un salto. Ed ecco la soglia, davanti alla quale sentiamo poco a poco che perdiamo piede, che rappresenta il momento esatto in cui si è portati a scegliere se porre resistenza o entrare in qualcosa di completamente sconosciuto, come una proposta di avventura.