Gaia Bellini

Gaia Bellini

Gaia Bellini vive e lavora a Bardolino, sul Lago di Garda.

Terminati gli studi, dopo un anno passato in Sud America durante il quale ha modo di assistere e studiare la materia del colore che scaturisce dal mondo vegetale, torna in Italia dove si laurea all’Accademia di Belle Arti di Venezia in Arti Visive.

Gaia è da sempre amante e attenta osservatrice della natura, approfondisce lo studio di piante tintorie e stampa vegetale, arrivando a trovare la sua cifra poetica esprimendosi attraverso quelle che lei chiama Sindoni vegetali: tele pittoriche che crea ricercando armonia e delicatezza sul tessuto che, avvolto in crisalidi, si lascerà imprimere nel tempo dando forma in questo modo alla sensibilità estetica ricercata, nel mezzo tra ricerca cosciente e scoperta.

Alizarina

L’erba, comunemente detta, o le piante erbacee se vogliamo essere più precisi, condividono la stessa radice con le erbacce. Origine botanica e linguistica ma non solo. Le piante erbacee e le erbacce, infestanti o malerba che dir si voglia, sono sempre uniche e nella propria unicità riflettono la storia dei luoghi, della terra da cui traggono la forza per crescere. Prendere l’erba e la malerba e farne un taccuino significa in qualche modo appuntare la vita per esprimerle in una muta di colori che cambiano nel tempo e che non estraggono ma aggiungono uno strato di realtà invisibile al mondo visibile. Esiste un nesso tra l’arte intesa come atto creativo e la nostra percezione dello spazio e del tempo. Andare alla radice di un luogo, saperne cogliere la memoria,

risalirne il principio, immaginarne il futuro, e nel frattempo attraversarlo nello spazio attraverso il tempo, passeggiarlo, dialogarlo, vuol dire viverlo, condividerlo, riempirlo ed arricchirlo come spazio vitale vivendolo.

Testo di Michele Gerace

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