Riccardo “corn79” Lanfranco

Riccardo “Corn79” Lanfranco

Riccardo “Corn79” Lanfranco è nato nel 1979 a Torino.

Si laurea al DAMS di Torino – indirizzo multimediale con tesi di semiotica dal titolo: Bellezza e degrado della città. Progetti contemporanei per la riqualificazione estetica murale in Italia – ma il suo percorso artistico inizia da writer nel 1996.

Presto il suo lavoro trova spazio tra le pagine delle principali riviste dedicate al mondo del writing (Aelle, Defrag, Stylefile, Xplicit Grafx, Innercity…), lo porta a partecipare a decine di convention e a dipingere in molti paesi europei.

Realizza importanti opere murali di riqualificazione urbana con artisti di fama internazionale e, fino al 2009, è membro del collettivo Opiemme. Promotore della creazione del progetto Murarte della Città di Torino, tuttora in progress, nel 2001 fonda “il Cerchio e le Gocce”, la prima associazione italiana dedicata alla promozione della creatività urbana. 

Nel corso degli anni, grazie al supporto dell’associazione, cura la direzione artistica di importanti progetti legati alle culture urbane:  Street Attitudes (una delle prime convention di graffiti italiane con respiro internazionale); le decorazioni della sede del Toroc (comitato organizzatore dei XX Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006), della stazione RFI di Moncalieri, del Politecnico di Torino; le installazioni di artisti quali Blu, Run e del collettivo Rebel Ink; i progetti Segni d’Europa e U.R.C.A.; il corso di decorazione all’interno della Comunità Arcobaleno del carcere di Torino; il progetto Muridamare  per la città di Imperia vincitore del bando ANCI “Giovani energie in Comune”, Inkmap, fino ad arrivare a Picturin Festival, il primo festival italiano a sviluppare grandi opere murali su facciata.

Dal 2008 è titolare della “Drip Studio”, agenzia di comunicazione visiva che applica le competenze sviluppate  nell’arte urbana  in ambito commerciale.

Il progetto di ricerca:

Nel 1996, l’inizio: il primo confronto con supporti, spesso accidentali, come Writer.

A tutt’oggi, il percorso artistico di Riccardo “Corn79” Lanfranco è legato al muralismo, nel suo più ampio raggio di espressione, con un approccio alla creatività pubblica che fa della riqualificazione urbana una delle sue suggestioni e delle sue ragioni di esistenza. Da questo punto di vista, il segno distintivo dei graffiti di Corn79 è la combinazione fra soluzioni calligrafiche originali, effetti di colore, forme geometriche e la loro conciliazione con il contesto cittadino.

Non solo.

Il percorso di Corn79, oggi, non si esplicita unicamente nella realizzazione di graffiti, ma si snoda in modo eterogeneo e variegato passando, senza soluzione di continuità, dai muri, dall’arredo urbano, alle tele, fino alle installazioni. Materiali diversi, strumenti differenti e supporti di genere difforme si alternano, per esprimere una ricerca che travalica la linea di confine del mixage eclettico. Nelle opere di Corn79, infatti, le correnti grafiche degli anni Sessanta e Settanta si sposano con un richiamo alla psichedelia che, a sua volta, spinge lo sguardo verso forme vicine al misticismo di sapore non solo orientale, ma anche occidentale.

Lavori complessi, nei quali è facile perdere un univoco punto di vista e trovare input e spunti apparentemente contrastanti, che variano a seconda del soggetto fruitore. Un richiamo al futurismo – alla ricerca di quello «splendore geometrico e meccanico» descritto da Marinetti – può essere interpretato anche come una personale riconsiderazione delle regole cinetiche care alla Optical Art; oppure, può essere associato alle forme pure, tipiche dell’estetica modernista. Nello stesso modo, i cerchi – quasi sempre presenti nelle opere di Corn79 – possono essere letti come Mandala o Yantra e, simultaneamente, essere visti come le forme ideali immaginate da Pitagora e Platone, e richiamate da Bohm.

La geometria sacra, la meccanica di figure bidimensionali che anelano la tridimensionalità, i Mandala e la Op Art trovano ragione del loro accostamento nella ricerca estetica, che si dimostra interpretabile come rivelazione di quell’inconscio che non è solo individuale, ma collettivo, svelante una sorta di «sincretismo». Le opere di Corn 79 possono, quindi, essere lette anche come un tentativo di fusione fra creazione e fruizione, alla ricerca della forma perfetta, che riesca ad abbracciare e stringere un tutto multiforme e indefinitamente esteso, il quale possa conciliare le singole percezioni in un unicum circolare, infinitamente connesso con se stesso.

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