Vittoria Mazzonis

Vittoria Mazzonis

Torino, 1997. Vive e lavora a Torino.

Vittoria Mazzonis (Torino,1997) è una fotografa e ricercatrice contemporanea laureata alla NABA di Milano presso il dipartimento Pittura e Arti Visive e presso il dipartimento magistrale di Arti Visive dell’Università Iuav di Venezia. Dal 2012 ha avuto occasione di avvicinarsi al mondo nell’arte contemporanea lavorando tra Torino, Milano e Venezia, sia in diverse fiere e musei sia prendendo parte alla realizzazione di un documentario d’arte contemporanea Sulle tracce di Maria Lai (2020), prodotto da LaGalla23 Productions. Ad oggi lavora presso la sede torinese di Gallerie d’Italia. Dal 2021 ha dato inizio alla sua carriera artistica prendendo parte, ad oggi, a dieci mostre collettiva, due personali, due fiere ed è stata selezionata per due residenze artistiche, una presso il Teatro delle Farfalle a Scalvaia e la seconda presso la Fondazione Bevilacqua la Masa a Venezia per l’assegnazione di un atelier. Ha pubblicato un libro fotografico con la casa editrice SelfSelf nel 2022, presentando poi la stessa pubblicazione sia a Torino sia a Genova. Nello stesso anno ha ottenuto una menzione speciale della giuria durante la mostra fotografica Pincìpi – Costruire Per Le Generazioni presso il Politecnico di Torino in occasione della Biennale Tecnologia ed ha tenuto a dicembre del 2022 il seminario L’estetica dei rifiuti e il ritorno del rimosso economico ed ecologico presso il dipartimento di Filosofia dell’università di Torino.

IG: @vittoria_mazzonis_art

DRL + TOTEMICO + EURIALINE

Volendo considerare il concetto di essenziale come una visione alquanto prossima alla semplicità, si ritrova in questo binomio la strada migliore per vivere, o meglio la strada filosoficamente più attendibile per poter trovare delle risposte alle esigenze della contemporaneità. La ricerca di Vittoria Mazzonis si declina proprio in tal senso, mirando a proporre una riconfigurazione del concetto stesso di individuo all’interno delle dinamiche ecosistemiche in cui è calato. La pratica del camminare, individuata come uno strumento essenziale per ritrovare una forma di ascolto basata sulla sensibilità, è sempre stata utilizzata dai primi naturalisti della fine del ’700, come Alexander von Humboldt, fino ad artisti contemporanei tra cui Michael Höpfner o Hamish Fulton, come strumento di osservazione, non solo attraverso la vista ma grazie a tutti i sensi. Nel tentativo di tradurre questa molteplicità sensoriale attraverso l’installazione e la fotografia nasce il progetto Abitare la Terra come un Poeta, restituzione di tre lunghe camminate realizzate nei luoghi di origine familiare, un lungo percorso nato a partire dalla riconfigurazione delle proprie radici.

“Nel tentativo di tradurre questa molteplicità sensoriale attraverso l’installazione e la fotografia nascono i progetti presentati in mostra, Genesi di una riconfigurazione e Appunti per un cammino di riconfigurazione così come Eurialine, Totemico e De rerum natura, restituzione di lunghe camminate realizzate nei luoghi di origine familiare, un lungo percorso nato a partire dalla riconfigurazione delle proprie radici in bilico fra passato e presente.”

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