Federico Grilli

Federico Grilli

Federico Grilli nasce a Belluno. Dopo i primi anni di studi umanistici, si trasferisce al Liceo artistico dove incomincia il suo primo approccio con le arti visive. Nel 2020 inizia a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dove approfondisce lo studio delle tecniche e sperimenta nuovi linguaggi di comunicazione. Nel 2022 assieme al compagno di ricerca Jacopo Casamenti propone una serie di installazioni site-specific, introducendosi così nel panorama artistico bolognese.

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Il lavoro di ricerca

La ricerca di Federico è tesa ad elevare la sensibilità, durante l’esperienza, verso la materia, ciò a cui può essere legata e a ciò che può scaturire. Attraverso la gestualità, la composizione e il dialogo con lo spazio, si pone come interprete di linee e forme dettate dalla staticità e dal dinamismo di elementi sia fisici che interiori. Il suo lavoro apre all’interrogazione, attraverso la condivisione di dubbi e riflessioni nel percepire e conoscere la realtà condivisa.

Dilucolo

L’opera site specific costituita da tre elementi presenta una duplice trama concettuale confluente in un unico finale interrogativo.

Le monumentali dimensioni della struttura monolitica composta da pannelli di polistirolo con grafite nera suggeriscono un’imponente presenza luttuosa e brutale, pesante alla vista e materialmente protagonista all’interno della composizione spaziale.

Questa importante presenza viene però contrastata e sminuita dall’effetto luminoso prodotto dai drappi di pellicola riflettente situati sulle pareti che incorniciano l’elemento scultoreo, che portano dunque a superare l’imponenza fisica nel richiamo verso i riflessi della luce, elemento impercettibile al tatto ma genesi del mondo percepibile alla vista.

Mettere in discussione la ormai silenziosa presenza della sensazionale figura scultorea, simbolo di un peso dalla parvenza insormontabile, attraverso l’effetto luminoso dei leggeri drappi di tessuto, induce a una riflessione su cosa realmente possa distribuire valore ai momenti nella perenne mutabilità della percezione.

Una discussione aperta su una realtà in cui il rumore del respiro deve conciliarsi con il silenzio del riposo. La dimensione terrena ci lascia la libertà di plasmare le sensazioni oppure ci limita al percepirle?

Il terzo elemento racchiude un ipotetico contrario di quel che viene mostrato in questo spazio, assolvendo al compito di negare in conclusione la relazione degli elementi così descritti.

A cura di Stefania Dubla

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Fabiola Colla

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