NICE & FAIR – Contemporary Visions

Cosa succede se, armi alla pari, giovani artisti hanno modo di collaborare e confrontarsi con giovani curatori?

Nice & Fair / Contemporary Visions è il format di evento dedicato alle nuove proposte dell’arte contemporanea di oggi, sia da un punto di vista artistico che curatoriale. La stretta collaborazione tra i talenti emergenti in entrambi gli ambiti dà vita a sei progetti espositivi volti a indagare tematiche e argomenti di stringente attualità, legati al presente.
Ogni mostra collettiva sarà l’esito di un confronto tra curatori agli esordi e giovani artisti, per dare spazio e voce a chi si trova a intraprendere oggi il proprio percorso artistico in modo professionale.
Il board curatoriale coinvolge ben 17 curatori che nel 2021 hanno affrontato il percorso formativo di NICE – New Independent Curatorial Experience, un training di perfezionamento che si sviluppa proprio attraverso la progettazione e la realizzazione dell’evento stesso.
Sei sono i progetti espositivi che saranno ospitati dall’ARTiglieria Con/temporary Art Center dal 28 ottobre al 12 dicembre
Nice & Fair / Contemporary Visions sarà un’occasione di confronto, una piattaforma espositiva reale e digitale, al contempo una mostra e una fiera che consentirà agli artisti di proporre le proprie opere in un contesto professionale adeguato, volto sia alla presentazione del proprio lavoro che alla vendita.
Ai progetti espositivi sarà dedicato un catalogo appositamente realizzato, dotato di ISBN e corredato da testi originali appositamente scritti dal board curatoriale coinvolto, in collaborazione con Prinp, casa editrice specializzata nell’editoria d’arte.
Il progetto di formazione di N.I.C.E, giunto alla sua ottava edizione, nasce nel 2014 da un’idea di Francesca Canfora, che ne cura a tutt’oggi la direzione sia del corso che dell’evento omonimo.
La mostra è curata da Francesca Canfora e Laura Tota.
Per l’VIII edizione di N.I.C.E.: New  Independent Curatorial Experience, Paratissima presenta 6 mostre curate dai giovani curatori.

Liquid Reality – Nuovi immaginari nell’era dell’Antropocene” a cura di Eleni Kosmidou, Benedetta Nassini e Jennifer Regalia 

Sanatorium” a cura di  Maria Carmela D’Angelo e Sara Maietta

Para//el” a cura di Caterina Bocchi, Nadine Bajek e Vanessa Caraglio

 

Family Portrait” a cura di Elisa Angelini, Beatrice Timillero e Margherita Verzocchi

My body is (not) a cage” a cura di Angela Calderan, Flavia Rovetta e Susanna Tavella

Music for airports – Armonie per un tempo sospeso” a cura di Chiara Badde, Erica Massaccesi, Lara Spagnolli

Cliccandolo sui titoli si può approfondire la tematica affrontata da ogni progetto espositivo:

LIQUID REALITY

SANATORIUM

PARA//EL

FAMILY PORTRAIT

MY BODY IS (NOT) A CAGE

MUSIC FOR AIRPORTS

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Progetto Speciale

ABISSI a cura di Simonetta Pavanello

Gianni Depaoli e Marco Fiaschi riflettono sul concetto di trascendenza e sacralità, materia e spirito, servendosi di componenti organici riciclati e superfici nere specchianti, caratteri alfanumerici e schiuse  di ovature, simboli che rimandano a un mondo virtuale a uno anche troppo realistico, obbligando lo spettatore a porsi il dubbio di come preservare in futuro  la natura, l’uomo e il suo spirito.

CONCEPT MOSTRA

Ogni culto crea seguaci.

Segni, simboli e caratteri alfanumerici sollecitano riflessioni tra immanenza e trascendenza, tra materialità e spiritualità.

Marco Fiaschi elabora una personale e contemporanea interpretazione dell’icona votiva, passaggio mistico verso l’ultraterreno.

Ogni vuoto riflettente pone in dialogo un mondo concreto ed effimero con un altro virtuale e senza tempo, al quale vincolanti password consentono l’accesso. In modo provocatorio, l’artista invita l’osservatore a superare l’automatico e narcisistico atto dello specchiamento, concedendosi un incondizionato raccoglimento introspettivo.

In relazione all’emblema sopra evidenziato, il lavoro di ricerca di Gianni Depaoli, da anni impegnato nella denuncia del degrado ambientale marino, si erge a difesa  di un mondo sommerso col quale non dialoghiamo più.

Le bianche vertebre di uno Xiphias Gladius trasfigurano nella sacralità di un’Ultima Cena, simbolizzando il sacrificio di un ecosistema tradito.

Valori nutrizionali e valori spirituali celebrano ambiguamente la vuota sagoma di una Soleidae, muta icona testimone dell’inutile eccesso.

E mentre un esiziale magma nero avanza, ovature marine preludono a una natura caparbia che prescinde dall’umano agire.

Focus on

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