Please, take care
Ogni giorno, solo su Instagram vengono condivise all’incirca 100 milioni di immagini. Il numero è chiaramente più alto se si considerano tutte le altre piattaforme di condivisione social. Se dovessimo domandarci, invece, quale potrebbe essere il numero di foto scattate (non solo condivise) ogni giorno, il discorso sarebbe estremamente più complesso: tutti i cellulari possiedono da anni almeno una fotocamera integrata che ognuno di noi utilizza quotidianamente più e più volte.
Scattiamo fotografie non solo per catturare momenti, ma anche più semplicemente per ricordarci, per esempio, il titolo di quel libro sfogliato in libreria, oppure per conservare memoria di una conversazione/pagina internet attraverso uno screenshot: la fotografia si nasconde ormai ovunque, anche laddove apparentemente si pensa non sia presente.
La democratizzazione della fotografia ha portato anche a una sua banalizzazione? Cosa vuol dire oggi “fare fotografia”?
Quali sono le prerogative che distinguono una foto da un semplice scatto? Cos’è che rende una fotografia autoriale?
L’attribuzione di un significato preciso a un’immagine è ciò che contribuisce a percepire la fotografia come uno degli strumenti più potenti di comunicazione visuale. Che si tratti del racconto di un’istanza sociale, di un’indagine introspettiva, di un ricordo, della celebrazione di un momento o di uno stato d’animo, spesso la fotografia riesce a restituire una quantità di informazioni/emozioni incalcolabili in modo intuitivo e immediato grazie alla sua familiarità e presenza nella vita di ognuno di noi.
Il fotografo diventa così sempre più autore di un racconto che sceglie di sviluppare attraverso una narrazione fotografica.
“Please, take care” vuol essere un invito rivolto ai fotografi a indagare ciò che per ognuno di loro merita di essere fotografato e quindi raccontato, impresso e, nella maggior parte dei casi, condiviso. Un racconto corale, ma allo stesso introspettivo sull’attribuzione di valore non solo nella fotografia, ma nell’intera società contemporanea.
D’altronde, la fotografia è o no anche lo specchio dei nostri tempi?